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Terremoti in Italia: 3.000 in più nel 2014


Nel 2014 la Rete Sismica Nazionale (RSN) dell’Ingv ha permesso di localizzare 24.312 terremoti in Italia, circa 3.000 eventi in più rispetto al 2013, con una media di 66 al giorno, quasi uno ogni venti minuti. I terremoti di magnitudo pari o superiore a 2.5 Mw (per i quali è prevista comunicazione alla Protezione Civile) sono stati 731, una media di due comunicazioni al giorno.

Nonostante il numero di terremoti registrati nel 2014 sia stato maggiore degli anni precedenti, non sono stati registrati eventi di magnitudo superiore o pari a 5.0 Mw.

Sono stati due gli eventi di magnitudo più alta, Mw 4.7, entrambi nel mese di aprile a distanza di tre giorni. Il primo è avvenuto il 5 aprile ed è stato localizzato nel Mar Ionio, nelle vicinanze di Isola Capo Rizzuto (provincia di Crotone), ad una profondità di circa 60 km ed è stato avvertito in tutta l’Italia meridionale. Il secondo è avvenuto il 7 aprile nelle Alpi Cozie, in territorio francese, a pochi chilometri dal confine italiano. Anche questo terremoto ha avuto un gran numero di risentimenti, in particolare nel Piemonte, nelle città più vicine al confine con la Francia come Cuneo e Torino.


"La scala Richter tende a quantificare

l'energia sprigionata dal fenomeno sismico su base puramente strumentale.

La magnitudo Richter è stata definita per non dipendere dalle tecniche costruttive in uso nella regione colpita."

Analizzando i dati del 2014 con una tecnica specifica (Reasenberg, 1985), sono state individuate oltre 400 sequenze, di cui 100 costituite da almeno cinque eventi ciascuna. Alcune sequenze hanno avuto breve durata e pochi eventi, altre invece sono durate diversi mesi e hanno superato il migliaio di terremoti registrati. Sono state 9 le sequenze di durata maggiore di un mese, 28 tra una settimana ed un mese,63 quelle di durata inferiore a sette giorni.

"La scala Mercalli misura l'intensità di un terremoto e la causa degli effetti che esso produce su persone, cose e manufatti."

La fascia appenninica centrale, che si estende verso nord a partire dalla città dell’Aquila, lambisce la provincia di Rieti e prosegue negli Appennini umbro-marchigiani fino a Città di Castello (PG) e Sansepolcro (AR), è stata anche nel 2014 l’area con il maggior tasso di sismicità di tutto il territorio nazionale. In questo settore appenninico sono state registrate le due sequenze italiane più durevoli nel tempo e più numerose di eventi del 2014: la prima nei pressi di Pietralunga, con 1.078 terremoti e quasi quattro mesi di durata, e la seconda nei pressi di Gubbio con 636 terremoti e oltre sette mesi di durata.

In realtà queste due sequenze appartengono ad una stessa area sismogenetica che ha

avuto un’attività quasi continua, descritta come sequenza sismica di Gubbio (PG).

Essa ha avuto periodi di grande attività soprattutto nei primi mesi dell’anno. La sismicità, che aveva prima interessato il settore tra Gubbio e Pietralunga, si è concentrata successivamente in una zona diversa, più a nordovest tra Umbria e Marche, circa a metà strada tra Città di Castello (PG) e Apecchio (PU), per poi interessare di nuovo l’area vicino a Gubbio. In totale sono stati oltre 12.000 i terremoti registrati nel 2014 in quest’area, la metà di tutti gli eventi registrati dalla RSN: la gran parte di questi terremoti ha una magnitudo minore di 2 Mw, soltanto 400 terremoti hanno registrato una magnitudo uguale o superiore a questo valore.

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